Итальянский язык с Итало Кальвино. Марковальдо, или времена года в городе / Italo Calvino. Marcovaldo ovvero Le stagioni in città (Кальвино, Франк) - страница 100

) nel suo laboratorio (в своей лаборатории = в приемном кабинете). Marcovaldo guardava i bianchi mobili smaltati (смотрел на белую эмалированную мебель) che aveva tanto odiato (которую /раньше/ так ненавидел), le provette (пробирки) piene di sostanze torve (полные зловещими веществами; torvo — свирепый, грозный; зловещий, мрачный), e cercava d'esaltarsi all'idea (и пытался воодушевиться мыслью) che stava per lasciare tutto quanto (что вот-вот покинет все это; stare per /+ inf/ — собираться, намереваться): ma non riusciva (но ему не удавалось) a provarne quella gioia (почувствовать от этого ту радость) che si sarebbe atteso (которую ожидал: «ожидал бы себе»; attendere — ждать, ожидать). Forse (возможно) era il pensiero di tornare alla ditta (это была мысль о возвращении на фирму) a scaricare casse (разгружать ящики), o quello dei guai (или /мысль/ о бедах) che i suoi figlioli (которые его детки) avevano certo combinato (наверняка натворили; combinare — соединять; комбинировать; затевать) nel frattempo (за это время; nel frattempo, in quel frattempo — тем временем), e più di tutto (а более всего) la nebbia che c'era fuori (туман, который был снаружи) e che dava l'idea (и который наводил на мысль: dare — давать) di doversene uscire nel vuoto (о необходимости выйти в пустоту), di sfarsi in un umido niente (растаять во влажной пустоте). Così girava gli occhi intorno (таким образом осматривался: "водил глазами вокруг себя"), con un indistinto bisogno (со смутной потребностью = со смутным желанием) d'affezionarsi a qualcosa di là dentro (привязаться к чему-нибудь /находящемуся/ там внутри), ma ogni cosa che vedeva (но каждая вещь, которую видел) gli sapeva di strazio o di disagio (ему напоминала о страдании или нужде).


Marcovaldo un mattino così fiutava intorno, guarito, aspettando che gli scrivessero certe cose sul libretto della mutua per andarsene. Il dottore prese le carte, gli disse: — Aspetta qui, — e lo lasciò solo nel suo laboratorio. Marcovaldo guardava i bianchi mobili smaltati che aveva tanto odiato, le provette piene di sostanze torve, e cercava d'esaltarsi all'idea che stava per lasciare tutto quanto: ma non riusciva a provarne quella gioia che si sarebbe atteso. Forse era il pensiero di tornare alla ditta a scaricare casse, o quello dei guai che i suoi figlioli avevano certo combinato nel frattempo, e più di tutto la nebbia che c'era fuori e che dava l'idea di doversene uscire nel vuoto, di sfarsi in un umido niente. Così girava gli occhi intorno, con un indistinto bisogno d'affezionarsi a qualcosa di là dentro, ma ogni cosa che vedeva gli sapeva di strazio o di disagio.